Il 12 giugno scorso è entrato in vigore in Mali un decreto che estende a tutti i funzionari pubblici l’obbligo di dichiarare eventuali beni mobili e immobili in loro possesso. La misura, imposta dall'OCLEI, l’Ufficio centrale per la lotta all'arricchimento illecito, era valida finora solo per i ministri e gli alti funzionari statali, ma ora riguarda anche più di 55 mila funzionari civili e militari, e tutte le autorità locali, che sono ancora più numerose.
L’OCLEI sembra fare sul serio. Chi entro due mesi non avrà dichiarato le proprietà detenute, in particolare ville, auto e piantagioni, considerate segni palesi di ricchezza, dovrà essere rimosso dall'incarico e interdetto dai pubblici uffici per cinque anni. Il rischio è ancora maggiore nel caso dovesse aprirsi un’indagine penale, perché in Mali la legge prevede fino a cinque anni di carcere, oltre alla confisca delle proprietà, per i funzionari corrotti.
Grazie a queste norme gli agenti dell’Ufficio OCLEI potranno così verificare se la proprietà sia stata acquistata legalmente o meno, e un sistema informatico stabilirà se, in base al reddito percepito, il funzionario abbia potuto permettersela.
(Rfi, Afrique)
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