mercoledì 6 luglio 2016

Aggressione a sfondo razziale a Fermo. Ucciso un nigeriano che assieme alla moglie era fuggito da Boko Haram

Richiedente asilo nigeriano in coma irreversibile dopo l'aggressione a sfondo razzista di due ultrà. Ormai non ci sono speranze per Emanuel, il 36enne nigeriano aggredito selvaggiamente nel pomeriggio di martedì a Fermo mentre passeggiava con la moglie Chimiary. Entrambi erano fuggiti dagli orrori di Boko Haram.

Emanuel e Chimiary

La coppia ha incontrato due ultrà, probabilmente già implicati in altri episodi di violenza legati agli ambienti di estrema destra, che hanno apostrofato la donna con un insulto razzista, "Tua moglie è una scimmia". Secondo le prime ricostruzioni, l'uomo ha reagito apostrofando a sua volta gli aggressori, quando uno dei due ha divelto un palo di una indicazione stradale e quindi i due ultrà lo hanno colpito anche con calci e pugni e poi sono fuggiti, abbandonandolo sanguinante a terra.

Trasportato già in coma all'ospedale, il richiedente asilo nigeriano è stato dichiarato in coma irreversibile. Per lui non c'è più nulla da fare, tranne il consenso per l'espianto degli organi. Sulla terribile vicenda stanno indagando i carabinieri che hanno già individuato un sospettato: si tratta di un ultras che frequenta ambienti di destra e già conosciuto alle forze dell'ordine.

Emanuel e Chimiary erano ospiti del seminario arcivescovile di Fermo e stavano attendendo l'esito della domanda di asilo in Italia dopo essere fuggiti dalla Nigeria e dal terrore di Boko Haram.

Sulla vicenda è intervenuto don Vinicio Albanesi, presidente della Comunità di Capodarco, convinto che i responsabili dell'omicidio siano due e non uno come invece sostengono gli inquirenti. Don Albanesi è anche sicuro che gli aggressori siano in qualche modo coinvolti in una trama più ampia che prende di mira le chiese di Fermo: in pochi mesi sono stati piazzati quattro ordigni in altrettanti luoghi di culto della città.

"È stata una provocazione gratuita e a freddo, ritengo che si tratti dello stesso giro di neo-nazisti che mettono le bombe davanti alle chiese" ha dichiarato il sacerdote che ha annunciato di volersi costituire parte civile nel processo per la morte di Emanuel.

Le chiese prese di mira da febbraio a maggio sono: il Duomo di Fermo, la chiesa di san Tommaso nel quartiere ad alto tasso di immigrati di Lido Tre Archi, San Michele alle Paludi e, infine, la chiesa di San Gabriele dell'Addolorata nel quartiere di Campiglione, dove l'ordigno non è esploso probabilmente per un puro caso.

Quattro anche i parroci presi di mira, tutti impegnati nel sociale e nell'assistenza a emarginati, tossicodipendenti e migranti: oltre a mons. Vinicio Albanesi, presidente della Comunità di Capodarco, dell'Inrca e della Fondazione Caritas in veritate, alla guida di San Michele alle Paludi, tra gli altri don Luigi Traini di San Gabriele dell'Addolorata, vicino a Comunione e Liberazione e animatore del Banco alimentare.

Per don Albanesi, convinto che i bombaroli siano "almeno due" obiettivo degli attentati è intimidire parroci e sacerdoti impegnati nel sociale, a fianco di emarginati, tossicodipendenti, migranti. Le indagini sono condotte dai carabinieri, che seguono un ampio ventaglio di ipotesi, compresa quella della volontà di colpire la chiesa in quanto istituzione.

Lo scorso gennaio Emanuel e Chimiary si erano sposati a Fermo nella chiesa di San Marco alle Paludi con il solo rito religioso, la cerimonia era stata celebrata proprio da don Albanesi. Un matrimonio che non poteva avere effetti civili poiché entrambi sono sbarcati in Italia senza documenti validi.


Il video del matrimonio

La storia dei due promessi sposi era già difficile in partenza: a due settimane dalle nozze in Nigeria avevano deciso di fuggire dalle violenze di Boko Haram dopo che le bande integraliste islamiche avevano distrutto la Chiesa del loro villaggio e nell'attentato aveva perso la vita a loro unica figliaLa donna aspettava un secondo figlio, perso in Libia a causa delle botte dei trafficanti. Poi la traversata del Canale di Sicilia e infine l'ospitalità trovata a Fermo al seminario arcivescovile. Martedì le speranze di Emanuel e Chimiary si sono interrotte per sempre.


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