"I minerali sono componenti essenziali per molti beni di consumo, dagli smartphone alle macchine e alle lampadine. In fin troppi casi, tuttavia, l’estrazione ed il commercio di queste risorse è collegato ai conflitti e alla violazione dei diritti umani". La lettera di FOCSIV alle istituzioni europee per una maggiore regolamentazione e responsabilizzazione.
La Federazione Organismi Cristiani di Servizio Internazionale Volontario (FOCSIV), insieme ad altri partner ed organizzazioni della società civile, ha inviato oggi una lettera aperta al presidente del Consiglio europeo e a tutti gli Stati Membri nell'ambito della Campagna Europea sui Minerali dei Conflitti.
La lettera mira a persuadere le istituzioni europee ad adottare una regolamentazione più stringente in materia di estrazione e commercio dei minerali, che sono spesso causa di conflitti e violazioni dei diritti umani nel continente africano.
Molti di questi "minerali insanguinati" entrano nell'UE come prodotti già finiti e, in quanto principale mercato di sbocco di questi prodotti, l'Unione Europea esercita un significativo potere commerciale nella filiera produttiva.
È tempo che i governi europei adottino provvedimenti legislativi efficaci per garantire che le imprese estraggano minerali in maniera responsabile, trasparente e sostenibile.
Da tempo numerose associazioni, in Italia e in Europa, si stanno battendo affinché l’Unione Europea si doti della legislazione sulla tracciabilità dei minerali, dall'inizio del processo di purificazione alla produzione dei manufatti, in modo che i consumatori possano acquistare telefonini e altri dispositivi elettronici sicuri di non finanziare la guerra con i loro acquisti.
A dire il vero il Parlamento europeo ha approvato, nel maggio del 2015, un progetto di regolamento chiamato a certificare l’origine legale dei minerali, come stagno, tantalio, tungsteno (i 3T) e oro. Ma, negli ultimi mesi, il Consiglio dell’UE, formato dalla Commissione europea e dai 28 stati membri, ha annacquato il provvedimento a favore di un sistema volontario e parziale, non più vincolante per i paesi europei, sottostando di fatto alle forti pressioni delle lobbies delle compagnie minerarie che, a questo punto, NON saranno più costrette a certificare l'origine reale dei minerali (estrazione), ma solo i luoghi dove sono stati lavorati e trasformati.
La battaglia legale, però, deve continuare, con l’appoggio di una opinione pubblica sensibile e informata.
Scarica la lettera inviata al Consiglio Europeo dalla Focsiv
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