lunedì 20 giugno 2016

#WithRefugees Giornata Mondiale del Rifugiato

Il 20 giugno è la Giornata mondiale del rifugiato. Dal 2001 si celebra la Giornata mondiale del rifugiato, indetta dalle Nazioni Unite, per ricordare l'approvazione nel 1951 della Convenzione sui profughi da parte dell'Assemblea generale dell'Onu.

65,3 milioni sono i migranti e i rifugiati nel mondo, costretti ad abbandonare le loro case, la stragrande maggioranza sono minori e donne, uno ogni 113 abitanti del pianeta è un rifugiato.

In un mondo dove la violenza costringe centinaia di famiglie a fuggire ogni giorno, l'Agenzia delle Nazioni Unite per i rifugiati lancerà una petizione per inviare un messaggio chiaro ai governi che devono lavorare insieme e fare la loro parte per chi fugge da situazioni di crisi. La petizione #WithRefugees chiede ai governi di:
  • Garantire che ogni bambino rifugiato riceva un'istruzione.
  • Garantire che ogni famiglia di rifugiati abbia un posto sicuro in cui vivere.
  • Garantire che ogni rifugiato possa lavorare o imparare nuove competenze per dare un contributo positivo alla comunità.


I nuovi desaparecidos. Sono oltre 10.000 i migranti e rifugiati morti in mare dall'inizio del 2014, secondo il bilancio dell'Alto commissariato Onu per i rifugiati (Unhcr). Oltre 2.800 nei soli 5 primi mesi del 2016.

Cifre agghiaccianti che fotografano solo in parte il fenomeno dai contorni ancora più drammatici se si pensa alle vittime in ombra, quelli che non ce la fanno a raggiungere le coste da dove partono i barconi in rotta verso il "sogno europeo".

Sono i nuovi desaparecidos, che muoiono prima, muoiono già nel deserto, prima di raggiungere le sponde africane del Mediterraneo o del Medio Oriente: gli eritrei che passano in Sudan e in Libia, i cittadini del Mali, del Gambia, del Niger che vanno in Marocco e vengono respinti e allora vanno in Algeria. Sono "quelli di cui nessuno si occupa destinati ad un limbo senza nome: morti che superano di gran lunga il numero delle vittime accertate"

L'appello del Papa. ​"I rifugiati sono persone come tutti, ma alle quali la guerra ha tolto tutto, casa, lavoro, parenti, amici. Le loro storie e i loro volti ci chiamano a rinnovare l'impegno per costruire la pace nella giustizia. Per questo vogliamo stare con loro: incontrarli, accoglierli, ascoltarli, per diventare insieme artigiani di pace secondo la volontà di Dio. Noi stiamo dalla parte di chi è costretto a fuggire"


Rapporto UNHCR 2015 Rifugiati
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#WithRefugees, Firma l'appello dell'UNHCR
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