Il forte intervento di Chimamanda Ngozi Adichie riguardo la crisi migratoria globale.
Chimamanda Ngozi Adichie |
L’autrice nigeriana Chimamanda Ngozi Adichie ha esortato i partecipanti del World Humanitarian Day, organizzato dalle Nazioni Unite, a riconsiderare l’emergenza profughi. “Nessuno è mai solamente un rifugiato”, ha affermato la scrittrice di romanzi e saggistica, tenendo il discorso di apertura dell’evento di New York. “Nessuno è mai solamente una singola cosa. Eppure, nelle dichiarazioni pubbliche oggi, parliamo spesso delle persone come una singola cosa. Rifugiato. Immigrato”
L’Africa sub-sahariana è la patria di più di un quarto della popolazione mondiale di rifugiati, circa 18 milioni di persone in fuga dai conflitti nella Repubblica Centrafricana, Sudan meridionale, Somalia, Nigeria e altrove - leggi -
Adichie, l’autrice di Americanah e svariati altri libri, ha un legame personale con la migrazione. I suoi genitori sono stati sfollati durante la guerra del Biafra e hanno vissuto come rifugiati per tre anni. Lei ha proposto un nuovo modo di pensare e parlare delle persone in difficoltà.
"In Igbo, la mia lingua, la parola che usiamo per amore è ifunanya e la sua traduzione letterale è “vedere”. Perciò mi piacerebbe suggerire oggi che è arrivato il momento per una nuova narrativa, una narrativa in cui vediamo realmente coloro di cui parliamo.
Raccontiamo una storia diversa. Ricordiamoci che lo spostamento di esseri umani sulla terra non è nuovo. La storia umana è fatta di spostamenti e mescolanza. Ricordiamoci che non siamo solo carne e ossa. Siamo esseri che provano emozioni. Condividiamo tutti il desiderio di essere apprezzati, il desiderio di essere importanti. Ricordiamoci che la dignità è tanto importante quanto il cibo"
Nessun commento:
Posta un commento