Una donna nigeriana è stata stuprata da tre suoi connazionali in un parco di Trento. Gli stupratori erano tutti richiedenti asilo.
Va a fare visita ad un'amica e viene brutalmente stuprata. È la storia di una ragazza nigeriana che a Trento è stata violentata a turno da un branco di suoi connazionali richiedenti asilo. Dopo lo stupro e soprattutto dopo la testimonianza della vittima i tre nigeriani sono stati arrestati dalla polizia.
Si chiamano EHIMAMIGHO Emmanuel Social, di 28 anni, OBASUYI Kenneth Igbinosa, di 22 anni e OSAIGNOVO Osaro Kelvin di 19 anni i 3 nigeriani arrestati dalla squadra mobile di Trento per violenza sessuale di gruppo. Uno era ospitato alla residenza di via Brennero, un altro alla residenza Fersina, il terzo, al quale era stata respinta la domanda di accoglienza, viveva in un appartamento. Il fatto è successo nel parco di Maso Ginocchio.
L'hanno sorpresa mentre si trovava al bar. Questi tre "animali" l'hanno costretta ad andare nel vicino parco dove è avvenuto lo stupro di gruppo. Hanno abusato della donna a turno. Subito dopo la terribile violenza ha ragazza ha subito ulteriori minacce per impedirle di sporgere denuncia. Ma la ragazza ha deciso di raccontare tutto agli agenti. E così è scattata la caccia la branco.
La giovane nigeriana, all'atto della denuncia raccontava che, mentre si trovava nei pressi di un bar veniva minacciata e costretta da tre suoi connazionali a recarsi nel vicino parco. Qui gli uomini approfittavano sessualmente di lei, violentandola a turno. Dopo l’atto la minacciavano nuovamente di ulteriori ritorsioni se avesse chiesto aiuto alla Polizia.
La donna però, benché impaurita, riusciva a chiedere aiuto agli Agenti della Squadra Volante che immediatamente investivano dell’evento gli investigatori della Squadra Mobile.
Dopo i necessari riscontri la giovane nigeriana riconosceva senza ombra di dubbio i suoi carnefici che identificati e rintracciati da parte degli Agenti della Squadra Mobile, tratti in arresto in esecuzione del fermo di Polizia Giudiziaria. Nel corso delle attività di indagine emergeva che il gruppo nei giorni successivi alla violenza sessuale si stava organizzando per rifugiarsi all'estero, precisamente in Francia. Considerato quindi il pericolo di fuga e la gravità del reato la Squadra Mobile procedeva con la misura cautelare del Fermo di P.G. in carcere. La Polizia di Stato invita, qualora ci siano state altre violenze, altre donne a denunciare i fatti. C’è quindi la remota possibilità che per i tre, simili episodi non siano isolati.
“A fronte di reati particolarmente degradanti per la dignità umana, commenta il capo della Squadra Mobile Salvatore Ascione, è fondamentale una risposta immediata ed efficace da parte della Polizia Giudiziaria che consenta non solo di assicurare alla giustizia gli autori di questo grave reato, ma anche di dimostrare che non esistono sacche di impunità dove i criminali possono insidiarsi"
Per la donna resta l'incubo di un viaggio a Trento per passare qualche giorno con un'amica che si è trasformata in una violenza barbara in un parco lontano dagli occhi dei passanti. È molto probabile che il branco possa essere processato per direttissima.
(La Voce del Trentino)
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