venerdì 5 agosto 2016

Missione del ministro degli esteri Gentiloni in Nigeria

Il ministro Gentiloni con il presidente nigeriano Buhari
Il ministro degli esteri italiano ad Abuja incontra il presidente nigeriano Buhari, sviluppo economico in cambio di rimpatri. Dal Paese africano arriva la maggior parte dei migranti che sbarcano in Italia. La strategia UE per accordi bilaterali.

Accordi più stringenti per il rimpatrio dei nigeriani irregolari che sbarcano in Italia in cambio di sostegno economico e produttivo. È questo lo scopo della missione che vede il ministro degli Esteri Paolo Gentiloni in visita ad Abuja, dove incontrerà i vertici nigeriani a partire dal presidente della Repubblica Mohammadu Buhari.

La visita è la prima di un membro di governo dei Paesi UE dopo il lancio della strategia dei compact decisa a fine giugno e che la Commissione Europea ha il compito di portare a compimento entro la fine dell’anno con i Paesi da cui proviene il maggior numero di migranti: Nigeria, Senegal, Niger, Mali, Eritrea ed Etiopia.

Tra i migranti provenienti dall'Africa sub-sahariana che sbarcano in Italia, i nigeriani sono quelli più numerosi. Nei primi sei mesi del 2016 sono stati 12.163 avviandosi in questo modo a superare i dati del 2015, quando ne sono arrivati 22.237.

Il dialogo con la Nigeria si sviluppa intorno ai rimpatri e alla prevenzione dei traffici, alla creazione di posti di lavoro, capacity building e sostegno alla governance. La collaborazione con la Nigeria dovrà riguardare anche i migranti che fuggono dalle violenze di Boko Haram, la Nigeria dovrà in particolare fornire informazioni tempestive anche in relazione ai migranti che fuggono dalle violenze dell'integralismo islamico nel nord-est del paese africano e che in Italia chiedono lo status di "rifugiato"

Nei colloqui bilaterali è stato inoltre trattato il problema delle migliaia di ragazze nigeriane che poi in Italia sono costrette a prostituirsi, vittime proprio della Mafia Nigeriana. Da un lato il governo nigeriano dovrà fare di più per impedire le partenze per esempio facendo una capillare opera di informazione, e poi dovrà proteggere, con appositi programmi, le ragazze che eventualmente vengono rimpatriate e impedire così che possano ritornare nelle mani dei trafficanti.

L'Italia, dal canto suo, già garantisce protezione alle ragazze nigeriane che denunciano i loro sfruttatori.

L’Italia ha già un accordo bilaterale di riammissione, ma l’UE ha intenzione di stipularne uno allargato a tutta l’Unione Europea. L’avvio del negoziato è previsto a ottobre, con un primo appuntamento il 7 e 8 settembre a Varsavia con un seminario Frontex-Nigeria incentrato proprio sul tema delle riammissioni.

L’Italia è un partner economico importante per la Nigeria. Nel Paese africano operano importanti realtà come Eni, Saipem, Trevi, Salini e Grimaldi.

La Nigeria è solo la prima tappa di un tour del ministro Gentiloni nei paesi africani da cui proviene la maggior parte dei migranti che dalla Libia attraversano il Mediterraneo per raggiungere l'Italia.

Migranti 2016. Arrivi .. Secondo i dato dell'UNHCR tra il 1 gennaio e il 31 luglio 2016 sono sbarcate in Europa 256.319 persone di cui 160.382 (62,5% in Grecia) e 93.611 in Italia. 3.083 la tragica conta delle persone morte attraversando il Mediterraneo nel 2016.

Ragazze nigeriane costrette a prostituirsi in Italia
Il 61% dei migranti che arriva via mare nel sud Europa (Grecia e Italia) proviene da tre paese medio-orientali (Siria 33%, Afghanistan 17% e Iraq 11%). In Italia la maggior parte dei migranti proviene da paesi africani, Nigeria (17%), Eritrea (13%), Gambia (8%), Guinea, Sudan e Costa d'Avorio (7%), Somalia, Senegal e Mali (6%). La maggior parte dei migranti sono uomini, il 70%, con una considerevole fetta di minori non accompagnati.

Le donne nigeriane sbarcate in Italia nel primo semestre sono 3.529, moltissime delle quali minorenni (814). Un fenomeno che dimostra quanto sia capillare l'organizzazione mafiosa nigeriana in Italia che costringe queste ragazze alla prostituzione.

È sempre più necessario proteggere le ragazze nigeriane togliendole fin da subito dai circuiti normali dell'accoglienza e inserirle immediatamente in programmi di protezione in modo che non possano avere contatti con altri connazionali in Italia, che quasi sempre sono i loro futuri sfruttatori.
(La Stampa)



Articolo curato da
(Maris Davis)

Condividi su Facebook

Nessun commento:

Posta un commento