lunedì 8 giugno 2015

Darfur. Un conflitto dimenticato e una crisi umanitaria sempre più profonda

Darfur
L’Irin, l’agenzia specializzata in informazione ed analisi sulle crisi umanitarie, nei giorni scorsi ha portato l’attenzione sul Darfur, dove "il conflitto ha raggiunto livelli mai visti negli ultimi dieci anni, con più di 150.000 persone costrette a lasciare le proprie case solo dall'inizio di quest’anno".

Il conflitto, praticamente oscurato da nuove crisi nella regione (per esempio Sud Sudan), non ha la necessaria attenzione della comunità internazionale, mentre la situazione si fa di giorno in giorno più complessa e grave, a causa dello scatenarsi delle violenza da parte delle milizie governative sudanesi, le Rapid Support Forces, RSF.

Secondo un rapporto di Aristide Nononsi, il nuovo esperto indipendente dell'ONU per il monitoraggio delle violazioni dei diritti umani in Sudan, gli sfollati sono attualmente più di due milioni e mezzo (430.000 nuovi sfollati dall'inizio del 2014), un milione e mezzo dei quali sono bambini, e vivono nella paura di attacchi da parte delle milizie e delle RSF.

Preoccupazioni vengono espresse dalle agenzie specializzate dell'ONU per le condizioni dei bambini, per le difficoltà di accesso alla regione (difficoltà nell'ottenere i necessari permessi governativi e lungaggini burocratiche nel rilascio di permessi di lavoro, limitazioni al lavoro delle ONG anche locali, ecc...) e per la sicurezza alimentare, a causa delle azioni volte a far terra bruciata adottate da numerose milizie para-governative.

Il governo sudanese ostacola l'accesso in Darfur a tutte le organizzazioni umanitarie al fine di nascondere al mondo la vera situazione nella regione. La Corte penale internazionale ha formalizzato le accuse contro il presidente del Sudan per "Crimini di guerra", in particolare per episodi di stupri di massa accaduti lo scorso anno.

Si tratta di un lungo e documentato articolo - leggi - che fa luce su una situazione preoccupante che il governo sudanese non riesce più a nascondere, nonostante tutti gli sforzi fatti per impedire la presenza di testimoni indipendenti al conflitto dopo le accuse della Corte penale internazionale.

Darfur, persecuzioni sui cristiani, stupri, reclutamento di bambini per la guerra e impiccagioniPresentato in Senato il dossier di Italians for Darfur con i dati diffusi dall'Alto Commissariato delle Nazioni Unite per i Rifugiati (UNHCR). Trecentomila morti 2,7 milioni di rifugiati interni.

In Darfur "Assistiamo a un aggravamento della violazione dei diritti umani, alle limitazioni della libertà religiosa, alle persecuzioni verso i cristiani, a stupri di massa e al reclutamento di bambini soldato". Lo ha affermato Antonella Napoli, presidente di Italians for Darfur, presentando in Commissione Diritti Umani al Senato il rapporto 2014-2015 sulla crisi del Darfur.

Dal rapporto emerge che, a distanza di 12 anni dall'inizio del conflitto in Darfur, che ha lasciato sul campo 300 mila morti e oltre due milioni di sfollati, la crisi nella regione registra nuovi picchi di violenze. Secondo i dati dell'Alto Commissariato delle Nazioni Unite per i Rifugiati (Unhcr) si stima che tra gennaio e agosto 2014, 400 mila persone hanno dovuto lasciare le loro case, 2,7 milioni sono, invece, i rifugiati dall'inizio del conflitto.

Si calcola che in tutto il Sudan siano circa 4 milioni le persone che richiedono assistenza umanitaria. Secondo gli ultimi dati, per la fine del 2015 i nuovi sfollati saranno oltre mezzo milione. Nel 2014 si è registrato un tale incremento di violazioni dei diritti nei confronti dei cristiani da far entrare il Sudan per la prima volta nella "Top Ten" della World Watch List, l'elenco dei 50 Paesi dove la persecuzione verso i cristiani è più intensa, balzando al sesto posto.

"Ma in Sudan, nel 2014, le emergenze, i nuovi conflitti e i casi di violazioni dei diritti umani hanno coinvolto il novero delle popolazioni e delle categorie colpite, oltre ad un aumento di persecuzioni nei confronti dei cristiani, la ripresa delle violenze sessuali su larga scala, tra cui l'episodio più grave a Tabit, nel nord Darfur, dove 221 tra donne, adolescenti e bambine sono state stuprate in poche ore, e il sequestro di bambini-soldato in Sud Sudan, 12 mila da gennaio a dicembre 2014".

"Quando ci si trova a cospetto di tragedie umanitarie e violazioni continue di diritti umani come quelle perpetrate in Sudan appare davvero meschino il dibattito strumentale contro le politiche di accoglienza in Italia e in Europa".

Dossier Darfur 2014-2015 sulla violazione dei diritti umani



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