giovedì 18 giugno 2015

ISIS, ragazza cristiana bruciata viva. Aveva rifiutato "sesso estremo" con miliziano

"Una ragazza cristiana di 20 anni che era stata catturata dai jihadisti del sedicente Stato Islamico (ISIS) è stata bruciata viva per essersi rifiutata di prendere parte a un atto di sesso estremo con l'uomo che l'aveva comprata e resa sua schiava".

È uno degli episodi raccapriccianti raccontati da Zainab Bangura, inviata ONU per i crimini sessuali nelle zone di conflitto, al suo rientro da un viaggio in Siria, Iraq, Turchia, Libano e Giordania, dove ha incontrato testimoni e vittime delle atrocità commesse dall'ISIS nei confronti delle donne siriane e irachene.

"Non ho mai visto niente del genere, ha raccontato sconvolta la Bangura in un'intervista, atti sadici dalla metodologia organizzata a coordinata che l'ISIS usa per violentare, ridurre in schiavitù, costringere alla prostituzione o a matrimoni forzati le ragazze delle minoranze yazide, turkmene e cristiane".

"Quando attacca un villaggio, ha spiegato la diplomatica della Sierra Leone, l'ISIS divide le donne dagli uomini, sceglie le ragazze più giovani, le spoglia, verifica la loro verginità, valuta la dimensione del seno e la bellezza. Quindi stabilisce un prezzo per ognuna di esse".

Le vergini più giovani e carine vengono inviate a Raqqa, roccaforte siriana dell'ISIS, dove vengono vendute. "Tra gli acquirenti c'è una gerarchia, ha spiegato ancora la Bangura, gli sheikh hanno la prima scelta, poi gli emiri, poi i combattenti. Le ragazze vengono vendute, stuprate per qualche mese, poi rivendute a un prezzo che va calando di volta in volta. Mi è stato riferito di una ragazza venduta 22 volte".

Zainab Bangura, ONU
"L'ISIS ha istituzionalizzato la violenza sessuale, che è diventata centrale nella sua ideologia ed è usata come strumento di reclutamento, raccolta di fondi e affermazione della disciplina e dell'ordine. A questa modalità di sfruttamento se ne aggiunge un'altra non meno atroce. Siamo stati informati di genitori che hanno ceduto le loro figlie all'ISIS, soprattutto a Mosul".

Si tratta del jihad del sesso, in cui i corpi delle donne vengono usati per dare un contributo alla campagna dell'ISIS.

"Ho lavorato in paesi come la Bosnia, il Congo, il Sud Sudan, la Somalia e la Repubblica Centrafricana e non ho mai visto niente del genere. Questa inumanità è incomprensibile. Sono sconvolta, non riesco a capire".
(Secolo d'Italia)
"No all'Islam Integralista"


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