giovedì 16 luglio 2015

Nigeria, riaffiora l'ombra del Biafra. Le etnie Igbo non si sentono rappresentate dal governo centrale

Bandiera del Biafra
Il pretesto è l'inizio delle trasmissioni di "Radio Biafra", una radio clandestina gestita da Igbo separatisti che non si sentono più rappresentati dall'attuale governo centrale.

Il governo della Nigeria ha promesso di chiudere la stazione radio considerata illegale gestita da simpatizzanti dello stato secessionista del Biafra. Il Ministero dell'informazione ha detto di aver "bloccato con successo le trasmissioni" della stazione.

Tuttavia il corrispondente della BBC, Abdussalam Ahmed, a Enugu ha riferito che Radio Biafra starebbe ancora trasmettendo. Non è chiaro dove sia basata, ma trasmette principalmente in lingua Igbo, praticata nel sud-est del paese.

La prima repubblica del Biafra ha dichiarato l'indipendenza dalla Nigeria nel maggio del 1967, ma alla fine fu sconfitto dopo una guerra civile durata tre anni che è costata quasi tre milioni di vite.

Il corrispondente della BBC dice che i proprietari della stazione producono programmi telefonando agli ascoltatori che chiamano per parlare di questioni che riguardano la loro regione e il loro desiderio di indipendenza dalla Nigeria.

Una radio che, secondo i racconti, avrebbe anche ridicolizzato il presidente nigeriano Muhammadu Buhari e altri funzionari del governo.

Anche se la rivolta separatista del Biafra fu domata dai militari, un gruppo chiamato "Movimento per l'attualizzazione di uno Stato sovrano del Biafra" (MASSOB) avrebbe già attratto e coinvolto fra le sue file molti giovani della regione.

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Questo gruppo ritiene di essere stato discriminato da chi è al potere ad Abuja e rivendicano ovviamente l'indipendenza della regione. Già in passato molti dei loro leader e simpatizzanti sono stati arrestati dalla polizia nigeriana con l'accusa di tradimento.

Le questioni che sono state alla base della guerra del Biafra sono stati gli interessi derivanti dai ricchi giacimenti di petrolio della regione, questione che appare ancora oggi irrisolta. I vincitori di allora diedero facoltà a ricche compagnie straniere di estrarre il petrolio del delta, le quali fecero dell'ex-Biafra un specie di territorio franco protetto da milizie private.

Almeno 5 milioni di persone furono costrette ad abbandonare i luoghi di origine per far posto alle concessioni petrolifere di ricche multinazionali. I contadini costretti a vendere terreni in cambio di irrisori risarcimenti in denaro o in cambio di estinzione di debiti.
(BBC)

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