sabato 4 luglio 2015

Le italiane "meretrici" dello Stato Islamico

Le "meretrici dello Stato Islamico" vi restino sia da vive e da morte, mai più in Italia.

Non c'è solo Maria Giulia Sergio, diventata Fatima e partita per combattere con i jihadisti. In Siria con lei ci sarebbe un'altra italiana convertita e arruolata dall'ISIS. Ha 20 anni, è nata nel Maghreb, ma viveva a Milano da così tanto tempo da prendere anche la cittadinanza italiana.

"Bisogna tagliare la testa ai miscredenti", "Papà prendi la mamma per i capelli e vieni in Siria". Ecco le intercettazioni della giovane jihadista italiana

Ora anche lei sarebbe al fianco del "Califfo al Baghdadi" e da mesi la procura di Milano sta indagando per capire come e quando le sue posizioni si siano radicalizzate. Secondo gli inquirenti, infatti, la ragazza era perfettamente integrata in Italia, al punto di avere anche abbigliamento simile a quello delle coetanee "occidentali". Poi un giorno ha deciso di indossare il velo integrale e di rinnegare lo stile di vita italiano, fino al trasferimento in Siria attraverso la Turchia per appoggiare gli estremisti dell'ISIS.

Da numerosi Paesi dell'Occidente, in ordine sparso, alcune giovani donne (addirittura alcune poco più che adolescenti) sono andate a raggiungere il nascente "Stato Islamico".

Alcune "fuggiasche" sono autentiche native dell’Occidente, sentono il profumo del "frutto proibito".

Altre sono invece di origine islamica o islamizzata, ancorché nate in Occidente in famiglie "integrate" da tempo, sentono "il richiamo della foresta". E tutte, indistintamente, inseguono "il sol dell’avvenire".

Maria Giulia Sergio, in "arte" Fatima,
nelle sue diverse trasformazioni
Comunque sia, nella faccenda delle "Meretrici ISIS", come perfidamente ma non del tutto immotivatamente sono state definite quelle "fuggiasche" da certi organi di informazione anglo-americani, l’Occidente non sta facendo una bella figura.

Grottesco poi, che in Gran Bretagna ci siano addirittura levate voci piangenti (musulmane e non) che sollecitano interventi di "salvataggio" delle povere ragazze, come se le stesse fossero state "rapite", stile "ratto delle sabine" anziché fuggite spontaneamente.

Occorre afferrare un concetto. Quelle giovani, le quali col loro comportamento hanno manifestato la loro devozione verso i nemici giurati dell’Occidente, sono delle rinnegate, non appartengono più al "nostro mondo".

Ammesso e non concesso che mai vi siano appartenute, devono essere considerate ostili, una concreta minaccia per la sicurezza nazionale. Non deve essere consentito il loro ritorno a casa.

Restino per sempre dove hanno scelto di andare. Restino sia da vive e da morte.

In Occidente ancora molti devono apprendere il cinismo e la spietatezza indispensabili a ogni legittima ed efficace autodifesa. Rimane peraltro la consolazione che, seppure numerose, le "fuggiasche" rappresentino una quota statisticamente trascurabile delle giovani donne occidentali.

Fa maggior rumore l’albero che cade, di una foresta che cresceParafrasando Virgilio, possiamo così dire (almeno per ora) "rare le annegate, nel vasto mare". Le incapaci di "nuotare" in una Società libera e civile dovranno fare la fine che meritano.


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