lunedì 4 aprile 2016

Nigeria, arrestato Khalid al-Barnawi numero due di Boko Haram

Arrestato il numero 2 di Boko Haram in Nigeria, Lo ha annunciato l’esercito nigeriano, si tratta di Khalid al-Barnawi, leader del gruppo Ansaru. Su di lui gli Stati Uniti nel 2012 avevano messo una taglia di 5 milioni di dollari.

Khalid al-Barnawi, leader Boko Haram
Svolta nella lotta al terrorismo islamico in Nigeria. L’esercito ha annunciato l’arresto del numero due di Boko Haram, Khalid al-Barnawi, leader dello spietato gruppo Ansaru che nel 2011 uccise Franco Lamolinara e due anni dopo un altro ostaggio italiano, Silvano Trevisan.

Il terrorista, figura di spicco nella rete degli jihadisti non solo in Africa ma anche nel Maghreb e in Medio Oriente, è stato preso durante un blitz dei militari nigeriani in un raid a Lokoja, nello stato di Kogi. "Posso confermare che Al-Barnawi è stato arrestato in un’operazione frutto della cooperazione tra i diversi servizi di sicurezza. È un enorme passo avanti nella lotta al terrorismo", ha dichiarato il portavoce della Difesa precisando che il leader di Ansaru "sta collaborando"

Il gruppo estremista islamico Ansaru è nato nel 2012 dopo aver preso le distanze da Boko Haram perché "le loro azioni sono disumane per la comunità islamica" (molte delle loro vittime sono infatti musulmani locali), spiegava in un video Abu Usmatul Al-Ansari, nome di battaglia di Al-Barnawi. Lo stesso leader in un altro video aveva affermato di non uccidere per motivi di fede se non "per autodifesa", e aveva ricordato che "il peccato di uccidere un musulmano è solo secondo al peccato di accettare leggi diverse dalla Sharia"

All’interno di Ansaru, che vuol dire "Avanguardia per la protezione dei musulmani nell’Africa Nera", militano guerriglieri che rivendicano legami con i terroristi di Al Qaeda, infiltrati in Africa anche attraverso il movimento terroristico Aqmi (al Qaida del Maghreb islamico), attivo nel nord del Mali. La loro specializzazione sono i sequestri degli occidentali.

E infatti sono tanti gli ostaggi vittime della loro ferocia. Nel 2011 Ansaru rivendicò l’uccisione dell’ingegnere Franco Lamolinara, 48 anni, rapito nel nord della Nigeria insieme con il collega britannico Chris McManus. La vicenda rischiò di creare un caso diplomatico tra Italia e Gran Bretagna perché l’uccisione dei due ostaggi avvenne durante un blitz fallito da parte di un commando anglo-nigeriano.

Due anni dopo, a fare le spese della ferocia di Ansaru fu un altro italiano, l’ingegnere Silvano Trevisan, 69 anni, sequestrato e ucciso insieme con altri sei ostaggi che lavoravano per un’impresa di costruzioni nel Bauchi. Le cause della morte di Trevisan, in questo caso, non sono mai state chiarite. C’è chi ha parlato di un blitz per liberarli andato male, come nel caso di Lamolinara, ma l’ipotesi fu smentita ufficialmente.
(BBC News)





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