sabato 30 giugno 2018

Migranti. Ennesimo naufragio nel Mediterraneo, morti 3 bambini, 100 i dispersi

A dare notizia dell'affondamento del gommone la Guardia costiera libica, 16 i superstiti. Avvistati dalla guardia costiera libica atri tre barconi con 345 migranti. Sono 1.000 le vittime del mare dall'inzio dell'anno.


Il ministro dell'Interno: "Le organizzazioni non governative vedranno l'Italia solo in cartolina". Toninelli "ferma" l'Astral. MSF dopo l'accordo Ue: "Condannano le persone a rimanere intrappolate in Libia o a morire in mare". Malta processa il capitano della Lifeline.

Un altro gommone affondato, altre cento vittime nel mar Mediterraneo. E sono quasi 1000 i morti dall'inizio dell'anno. A dare notizia del nuovo naufragio è la guardia costiera libica che è intervenuta in soccorso dell'imbarcazione a est di Tripoli, ad appena sei chilometri dalla costa. I corpi senza di vita di tre bambini sono stati recuperati, 16 le persone portate in salvo.

Il naufragio
A bordo del gommone sarebbero partiti in 120, sono un centinaio i dispersi. Tre i bambini finora recuperati privi di vita. E sono stati avvistati altri tre barconi con circa 345 persone, sempre a est di Tripoli. Lo dice Ayoub Gassim portavoce della guardia costiera libica parlando con l'Associated Press. I sopravvissuti sono stati trasferitinella regione di Al-Hmidiya, a 25 km a est del confine.

Tutto nel giorno in cui il ministro dell'Interno Salvini annuncia la chiusura dei porti italiani alla Ong e il ministro dei Trasporti Toninelli 'scappa' davanti alle 24mila firme raccolte per chiedere invece di non ostacolare il lavoro dei soccorritori. Non è ancora chiaro se il gommone affondato sia lo stesso, con 150 persone senza salvagente, avvistato questa mattina da un aereo militare spagnolo che aveva allertato la Open Arms, la nave della Ong Proactiva che è in zona Sar. La nave non è potuta intervenire perché il gommone distava ottanta miglia ed è a corto di carburante. "Siamo senza benzina perché Malta non ci ha concesso il rifornimento e non ci fa entrare nelle sue acque territoriali", ha detto Riccardo Gatti dalla Open Arms. Da bordo si sono poi messi in contatto con la sala operativa della Guardia costiera di Roma che ha spiegato che il soccorso era stato preso in carico dai libici.


Mille morti in sei mesi
Da Ginevra l'Oim, l'Agenzia delle Nazioni Unite per la migrazione, ricorda la triste contabilità: dall'inizio dell'anno al 27 giugno scorso, 972 uomini, donne e bambini hanno perso la vita mentre tentavano di raggiungere l'Europa via mare. Di questi 653 sono deceduti sulla rotta del Mediterraneo centrale tra l'Africa del nord e l'Italia. Il dato sulle vittime nel 2018 è pari a meno della metà dei morti segnalati nello stesso periodo del 2017 (erano 2.172). Rispetto all'anno scorso anche il numero di arrivi è in calo. L'Oim riferisce infatti che dal primo gennaio scorso al 27 giugno, un totale di 44.957 migranti e rifugiati sono giunti in Europa via mare, di cui circa il 38% in Italia (16.566) ed il resto diviso tra Grecia (13.157) e Spagna (14.953). Un numero ridotto di arrivi è inoltre segnalato a Cipro e Malta (rispettivamente 47 e 234 migranti). Nello stesso periodo dell'anno scorso, il totale degli sbarchi era di 94.986 e di 230.230 nel 2016.

Salvini: "Le Ong vedranno l'Italia solo in cartolina"
È ai microfoni di Circo Massimo che il ministro dell'Interno Salvini annuncia: "Porti chiusi per tutta l'estate alle navi delle Ong. Vedranno l'Italia solo in cartolina, e l'Italia non sarà sola a comportarsi così. Continueremo a salvare tutti quelli che sono da salvare, ma con gli Stati che faranno gli Stati. E non saremo più soli". Porti italiani off limits per i volontari dunque, così come quelli di Malta dopo l'annuncio di ieri del governo de La Valletta che impedirà sia i nuovi ingressi sia alle navi di ripartire. "Come mi dicono i militari italiani e persino quelli libici - spiega il ministro - le navi delle Ong aiutano gli scafisti, consapevolmente o meno: la loro presenza è un pericolo per chi parte e un invito a nozze per gli scafisti. Chi finanzia le Ong? C'è l'Open Society Foundations di Soros che ha un chiaro disegno, quello di un'immigrazione di massa per cancellare quella che è un'identità che può piacere o meno ma che mi dispiacerebbe venisse distrutta. Ora ci sono due navi davanti alla Libia di Proactiva Open Arms, chiedo che oggi stesso pubblichino l'elenco dei finanziatori".

La petizione da 24mila firme, Toninelli 'scappa'
Né le organizzazioni non governative possono sperare nel ministro delle Infrastrutture Toninelli: "La nostra petizione 'Lasciate i porti aperti a chi salva vite in mare' è stata firmata da oltre 24mila persone - denuncia Vittorio Longhi della noprofit Progressi - ma il ministro finora si è rifiutato di riceverci per la consegna, sostenendo che la petizione non ha alcun senso vista la decisione del governo. Stupisce che sia proprio un ministro del movimento Cinque stelle a rifiutarsi di ascoltare la voce dei cittadini, espressa con una petizione attraverso la rete".

E proprio in serata Toninelli chiude i porti alla nave ong Astral. "In ragione della nota formale che mi giunge dal ministero dell'Interno e che adduce motivi di ordine pubblico, dispongo il divieto di attracco nei porti italiani per la nave Ong Astral, in piena ottemperanza dell'articolo 83 del Codice della Navigazione". La nota del ministro delle Infrastrutture e dei Trasporti solleva subito le critiche di Riccardo Magi, deputato di +Europa e segretario di Radicali Italiani: "Non esistono motivi di ordine pubblico o di sicurezza della navigazione tali da motivare un divieto di transito o di sosta nei porti italiani delle imbarcazioni delle Ong. Un provvedimento del genere sarebbe illegittimo e a tutti gli effetti un abuso d'ufficio"

La voce dei volontari
"Ogni morte in mare causata da queste misure è nelle mani dell'Europa. Ci bloccano e ci impediscono di svolgere il lavoro che i governi dell'Ue non riescono a fare, mentre disumanizzano le persone in stato di bisogno. I governi europei devono ritrovare il buon senso e mettere fine alle politiche che costringono le persone a rimanere intrappolate in Libia o a morire in mare". 

L'ennesimo naufragio nel Mediterraneo arriva all'indomani del Consiglio europeo e richiamando il numero altissimo (almeno 220) di persone morte annegate durante le traversate solo la scorsa settimana, Medici senza frontiere rivolge un appello all'Europa.

Msf fotografa così la situazione attuale dei soccorsi nel Mediterraneo. "I governi europei hanno bloccato le operazioni di ricerca e soccorso in mare delle Ong, consegnando la responsabilità dei soccorsi alla guardia costiera libica. I governi europei stanno finanziando, formando ed equipaggiando la guardia costiera libica per intercettare barche alla deriva e rispedire le persone a bordo in Libia dove vengono detenute in condizioni disumane. Circa 2.000 persone sono state rispedite in Libia durante lo scorso fine settimana. All'arrivo sono stati condotti in centri di detenzione arbitraria senza alcun processo legale".

"L'UE sa delle violenze in Libia"
Centri in cui, ricorda Karline Kleijer, responsabile emergenze di Msf, l'organizzazione ha avuto modo di entrare riscontrando le drammatiche condizioni in cui le persone sono detenute. "Gli stati membri dell'Ue stanno abdicando alla loro responsabilità di salvare vite e deliberatamente stanno condannando le persone a essere intrappolate in Libia o a morire in mare. Lo fanno essendo pienamente consapevoli delle violenze e degli abusi estremi che migranti e rifugiati soffrono in Libia".

Nel corso dell'ultimo mese Msf è stata in grado di accedere a quattro centri di detenzione in Libia e ha condotto oltre 3.000 visite mediche. Le équipe mediche hanno riscontrato che i principali problemi di salute sono legati alle cattive condizioni di vita, incluso il sovraffollamento e la mancanza di acqua o servizi igienici sufficienti.

Dopo il summit a Bruxelles, si fa sentire anche la voce dell'Oxfam: "L'Europa decide di non decidere - spiega Elisa Bacciotti, direttrice delle campagne italiane dell'organizzazione - i leader ancora una volta non sono riusciti a trovare un accordo per una vera riforma del sistema europeo di asilo. Inoltre la creazione solo su base volontaria di aree di sbarco dei migranti, rischia di far rivivere per tutta l’estate un braccio di ferro tra i paesi Ue, che potrebbe causare nuovi naufragi nel Mediterraneo". Inoltre, "i centri 'controllati' chiusi, rischiano di assomigliare a veri e propri centri di detenzione".

La situazione delle navi delle Ong, Malta processa il capitano della Lifeline
Msf, che ha un team a bordo della nave Aquarius di Sos Mediterranée, annuncia che nonostante tutto la missione di soccorso nel Mediterraneo continuerà. La Aquarius è arrivata nel porto di Marsiglia dove è stata costretta ad andare per fare rifornimento e cambio di equipaggio vista la decisione del governo di Malta di inibire l'accesso alle sue acque territoriali e ai porti alle navi delle Ong anche senza migranti a bordo.

In zona Sar libica ci sono anche le due navi della spagnola Proactiva, la Open Arms e la Astral, con un gruppo di europarlamentari a bordo mentre sono bloccate a Malta la Sea Watch, che era ferma lì per cambio di equipaggio ma che ora, secondo le nuove disposizioni di Malta, avrebbe inibito pure l'uscita dal porto, e la Lifeline sottoposta a indagine dopo lo sbarco dei 224 migranti. Il comandante Carl Peter Reisch oggi è stato di nuovo interrogato dalla polizia e lunedi comparirà in aula per l'udienza preliminare del procedimento.
(La Repubblica)

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