venerdì 14 luglio 2017

Bari, Caserta, Montepulciano, Roma. Quattro femminicidi in meno di due giorni

Quattro donne, quattro vittime della violenza di genere da parte di mariti e compagni. Per l'Istat, ogni anno in Italia vengono uccise più di 100 donne per mano di mariti, compagni, ex conviventi.


Maria, Donata, Mirella e una 42enne rimasta per il momento ancora senza nome. Quattro donne, quattro vittime dei propri compagni in meno di due giorni. Quattro storie diverse, quattro femminicidi. Succede in Italia: a Bari, Caserta, Montepulciano e Roma. Una quinta, Manuela Picci, è in coma farmacologico in ospedale a Cagliari dopo che il suo fidanzato l'ha pestata e, credendola morta, si è tolto la vita buttandosi da un cavalcavia.

Donata, uccisa a Bari
Donata De Bello aveva 48 anni. È stata uccisa a coltellate in un'abitazione di corso Sonnino, nel quartiere Madonella di Bari, il cadavere è stato ritrovato avvolto in un tappeto. È stata colpita con diverse fendenti all'addome, al torace e alla gola. Quest'ultimo le è stato fatale, ha reciso la giugulare. Il suo compagno. Marco Basile, 32 anni, è stato fermato con l'accusa di omicidio volontario. Litigavano spesso, affermano i vicini. Secondo la sua versione, l'avrebbe abbracciata per calmarla durante una lite e lei, che aveva in mano la lama, si sarebbe ferita mortalmente.

Maria Tino
Maria, un destino segnato
Maria Tino, 49enne di Dragoni (Caserta), voleva lasciare il suo compagno, Massimo Bianchi, 61 anni. Ma lui non accettava la fine della loro relazione e così le ha sparato contro tre colpi di pistola nella piazza del paese, in provincia di Caserta. Un destino che sembra ora tragicamente segnato, quello di Maria: L'anno scorso la donna era stata accoltellata dal marito, che ora è in carcere, proprio perché l'uomo aveva scoperto la relazione con Massimo Bianchi.

Uccisa perché voleva la separazione
Anche la badante romena di 42 anni uccisa a Montepulciano, il cui nome non è stato divulgato, voleva lasciare il marito. Il marito, un operaio italiano di 56 anni, l'ha aggredita a coltellate il giorno prima dell'udienza per la separazione. Ha fatto irruzione nell'abitazione dove lei stava accudendo due anziane, l'ha ricorsa per tutta la casa armato di coltello e l'ha uccisa. È morta all'alba, in ospedale, per le ferite riportate.

Omicidio-suicidio a Roma
Mirella Fiaccarini invece aveva 81 anni. Il marito Luigi Biasini le ha avvolto la testa in una busta di plastica. Poi si è tolto la vita buttandosi dal balcone della loro casa al quinto piano di uno stabile in via Damaso Cerquetti, a Roma.

L'aggressore è quasi sempre un partner
Secondo i dati Istat, ogni anno in Italia vengono uccise più di 100 donne da uomini in qualche modo a loro vicini o legati da relazioni sentimentali. Nei primi cinque mesi di quest'anno si sono registrati 38 casi di femminicidio. Nella maggior parte dei casi l'aggressore è il partner (53%) o l'ex partner (15%), il movente più frequente sono le liti e i rancori personali (38%) mentre quello passionale riguarda il 28% dei femminicidi.

Questi dati erano stati diffusi poco più di un mese fa dal Capo della Polizia Franco Gabrielli, nella sua audizione in Senato alla commissione di inchiesta sul femminicidio, sottolineando che gli omicidi di genere erano calati di circa il 40% rispetto allo stesso periodo dello scorso anno. Un leggero calo che, secondo Gabrielli, non può autorizzare a "indulgere in facili ottimismi" perché "anche una sola vittima non può essere un perdita accettabile". "Siamo di fronte a un fenomeno criminale frutto di una subcultura che disconnosce il diritto all'autonomia della donna", aveva detto Gabrielli, ricordando come da quei dati restasse fuori "quel numero oscuro di reati di violenza domestica che non vengono denunciati"

Contro la "violenza di genere"
"La violenza di genere si combatte non solo con le leggi e le campagne di sensibilizzazione, ma anche garantendo risposte concrete alle donne che denunciano la violenza e offrendo opportunità di riscatto economico e sociale", dice in una nota Marco Da Ponte, segretario generale di Action Aid.

Maria Tino, la donna uccisa a Montepulciano, aveva deciso di partecipare alla mobilitazione sui social lanciata lo scorso 25 settembre da Action Aid, cambiando la propria immagine sul profilo Facebook, per dire no alla violenza sulle donne. "E' necessario cambiare i comportamenti delle persone e aiutare le donne ad abbattere le barriere socio-culturali che sono all'origine della violenza, identificando i cambiamenti che vorrebbero vedere nelle loro case, scuole e comunità"

"Amore, rispetto della libertà e del'autonomia"
"Serve una valutazione del rischio che corrono le donne che sporgono querela o che si rivolgono a pronto soccorso e ai centri anti-violenza perché anche le istituzioni possano apprendere da questi fatti tragici cosa non ha funzionato nella rete di protezione affinché non accadano mai più", ha scritto oggi in una nota Francesca Puglisi, senatrice del Pd. Ma prima di tutto, conclude l'esponente dem, serve "una campagna di educazione massiccia nelle scuole, affinché ragazzi e ragazze possano capire da subito che amore è rispetto della libertà e dell'autonomia di ciascuno, oppure non è amore"


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