lunedì 17 luglio 2017

Rwanda. Human Rights Watch denuncia esecuzioni sommarie come strategia del terrore

Tra il luglio 2016 e il marzo 2017 nella Provincia Occidentale le forze di sicurezza del Rwanda hanno giustiziato sommariamente almeno 37 persone, sospettate solo di piccoli atti di delinquenza.


Lo denuncia un rapporto di Human Rights Watch secondo cui “I soldati hanno arrestato arbitrariamente e sparato alla maggior parte delle vittime, in quella che sembra essere una strategia ufficialmente approvata per effettuare esecuzioni di sospetti ladri, contrabbandieri e altri piccoli delinquenti, invece di perseguirli

Questi omicidi, evidenzia l’organizzazione, sono “condotti da e con il sostegno degli agenti statali, in violazione delle leggi rwandesi e internazionali dei diritti umani

Human Rights Watch ha anche documentato quattro sparizioni forzate di sospetti piccoli delinquenti tra aprile e dicembre 2016. Le famiglie delle vittime sostengono che le forze di sicurezza abbiano ucciso i loro cari, ma i loro corpi non sono mai stati trovati. In altri due incidenti documentati, nell'agosto 2016 e nell'aprile 2017, le autorità hanno incoraggiato i residenti locali a uccidere i sospetti ladri picchiandoli a morte.

Secondo il rapporto la maggior parte delle vittime era accusata di aver rubato della frutta, mucche o moto. Altri sono stati sospettati di contrabbando di marijuana o di usare reti da pesca illegali.

Si legge nel rapporto HRWAlcune vittime sono state arrestate prima dalle autorità civili che li hanno poi portati alle stazioni militari vicine. I soldati allora hanno giustiziato le vittime all'interno o vicino alla base militare, a volte dopo averle trattenute in detenzione. Testimoni che hanno visto i corpi poco dopo le esecuzioni hanno detto di aver visto ferite da proiettili e altre che sembravano essere causate da percosse e coltellate. Una vittima era stata pugnalata nel cuore, un’altra aveva una corda intorno al collo

Questi omicidi non sono stati eventi isolati, ma sembrano essere parte di una strategia ufficiale. Nella maggior parte dei casi documentati, dopo l'esecuzione e spesso durante riunioni pubbliche, le locali autorità militari e civili hanno detto ai residenti che loro eseguivano ‘nuovi ordini’ o ‘una nuova legge’, affermando che tutti i ladri e altri criminali nella Regione sarebbero stati arrestati e giustiziati
(Human Rights Watch)

Il presidente-padrone del Rwanda è Paul Kagame, un dittatore che l'occidente definisce "morbido". Lascia una sostanziale libertà alla popolazione ma ha represso ogni forma di opposizione politica. Al potere ininterrottamente dal 2000. Ebbe un ruolo fondamentale, con il suo partito "Rwandan Patriotic Front", sia per porre fine al genocidio del 1994, che nella seconda guerra del Congo (detta anche guerra mondiale africana, 1998-2003)

Paul Kagame appoggia le milizie Tutsi che ancora oggi compiono scorribande nella vicina Repubblica Democratica del Congo nel tentativo di controllare le ricchissime miniere del Nord Kiwu. Un conflitto, quello del Kiwu, iniziato nel 2004 tra l'esercito della Repubblica Democratica del Congo e il CNDP, le forze ribelli guidate da Laurent Nkunda, che ebbero al loro fianco le milizie Tutsi appoggiate proprio dal Rwanda. Un conflitto ufficialmente finito nel 2008 ma che sottotraccia continua ancora oggi con episodi di violenze, stupri di massa e massacri.

Le uccisioni indiscriminate denunciate oggi da Human Rights Watch hanno il solo scopo di rafforzare il partito al potere, il "Rwandan Patriotic Front", terrorizzando la popolazione, impedendo quindi a ogni forma di opposizione di fare breccia nella società civile.


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