Si chiama Bayane, ha venti giorni. Fa il bagno in mezzo al fango con l’acqua di una bottiglia di plastica. La sua famiglia è scappata da Idlib, dalla guerra in Siria. Adesso Bayane ha una tenda per casa, due sorelle, dorme fra le braccia di sua madre, davanti a un fuoco acceso nella notte. Forse un giorno sarà un ragazzo felice in Europa o chissà dove.
La vita continua persino in mezzo al disastro. Ma non è affatto una notizia per chi resiste nella tendopoli di Idomeni, dove 16 mila profughi sono bloccati alla frontiera fra Grecia e Macedonia.
Qui partoriscono in media quattro donne a settimana. I bambini sono più di seimila. Li senti ridere ovunque, li senti piangere. Piove, fa freddo. Ci sono pozzanghere grandi come piscine. Serve un’ora e mezzo di coda per un panino. E se è bello celebrare la vita che va avanti nonostante tutto, è giusto dire quello che sta succedendo, ci sono stati diversi casi di aborto spontaneo, madri che non ce l’hanno fatta, bambini che non sono nati. Qui nel fango, in questa frontiera d’Europa.
La rotta del Balcani è ufficialmente chiusa. Per Vienna, però, non è ancora abbastanza. Secondo il ministro degli Esteri austriaco Sebastian Kurz, lo stesso tipo di provvedimento dovrebbe essere adottato per la rotta che potrebbe portare i profughi in Italia. "Il traffico di migranti non si ostacola facilmente, dovremo fare tutto quello che abbiamo fatto lungo la rotta balcanica anche lungo la rotta Italia-Mediterraneo, in modo che sia chiaro che il tempo del lasciapassare verso la Mitteleruopa è finito, qualsiasi sia la rotta"
La vita continua persino in mezzo al disastro. Ma non è affatto una notizia per chi resiste nella tendopoli di Idomeni, dove 16 mila profughi sono bloccati alla frontiera fra Grecia e Macedonia.
Qui partoriscono in media quattro donne a settimana. I bambini sono più di seimila. Li senti ridere ovunque, li senti piangere. Piove, fa freddo. Ci sono pozzanghere grandi come piscine. Serve un’ora e mezzo di coda per un panino. E se è bello celebrare la vita che va avanti nonostante tutto, è giusto dire quello che sta succedendo, ci sono stati diversi casi di aborto spontaneo, madri che non ce l’hanno fatta, bambini che non sono nati. Qui nel fango, in questa frontiera d’Europa.
La rotta del Balcani è ufficialmente chiusa. Per Vienna, però, non è ancora abbastanza. Secondo il ministro degli Esteri austriaco Sebastian Kurz, lo stesso tipo di provvedimento dovrebbe essere adottato per la rotta che potrebbe portare i profughi in Italia. "Il traffico di migranti non si ostacola facilmente, dovremo fare tutto quello che abbiamo fatto lungo la rotta balcanica anche lungo la rotta Italia-Mediterraneo, in modo che sia chiaro che il tempo del lasciapassare verso la Mitteleruopa è finito, qualsiasi sia la rotta"
Con la chiusura della rotta balcanica continua ad aumentare il numero di migranti e rifugiati che si trovano bloccati in Grecia.
- Solo a Idomeni, un campo ormai divenuto famoso nel mondo, sarebbero in 16 mila,
- altre 9 mila persone sono in attesa sulle isole greche dell’Egeo orientale,
- circa 11 mila rifigiati e migranti sono presenti nella regione di Atene
- e circa 8 mila sparsi in campi in altri centri della Grecia.
A causa delle abbondanti piogge degli ultimi giorni, il campo di Idomeni è diventato un pantano e sono stati diagnosticati i primi due casi di epatite A. Come riferiscono i media macedoni, uno dei due malati è una bambina siriana di nove anni, che è già in cura e in condizioni stabili.
Nonostante i ripetuti appelli delle autorità greche, che invitano i migranti a lasciare il "campo inferno" alla frontiera macedone offrendo sistemazioni in centri di accoglienza in Grecia con servizi e cibo a sufficienza, la stragrande maggioranza preferisce restare in attesa a Idomeni almeno fino al prossimo vertice tra l’UE e la Turchia del 17 marzo, dal quale ci si attendono nuove decisioni sui profughi. Solo poche centinaia hanno accettato finora di trasferirsi nei centri di accoglienza.
In attesa del vertice in cui , tra il 17 e il 18 marzo, Bruxelles e Ankara sono chiamate a raggiungere un accordo sulla redistribuzione dei migranti, Amnesty International condanna i punti già resi noti della possibile intesa. La bozza "ha delle carenze morali e legali e potrebbe mettere a rischio persone vulnerabili. È sbagliato, moralmente e legalmente, rimandare indietro i migranti dall'Europa alla Turchia"
L'artista cinese Ai Weiwei ha portato un pianoforte nel fango di Idomeni dove si trovano i migranti che sono bloccati alla frontiera tra Grecia e Macedonia, consentendo a una donna siriana di tornare a suonare per la prima volta dopo anni.
Sotto un telo di plastica per proteggersi dalla pioggia, tenuto dallo stesso artista e da altre persone, la 24enne Nour Alkhzam ha suonato per circa 20 minuti. "È il nostro tentativo di offrire un'opportunità a questa donna, lei è una vittima di queste guerre. Per tre anni non ha avuto la possibilità di toccare un pianoforte. Lei e il marito sono divisi da un anno e mezzo"
Si tratta solo dell'ultima delle iniziative lanciate dall'artista cinese per puntare i riflettori sui migranti. "Vogliamo offrire un'immagine diversa di loro, che trasmetta possibilità, arte e immaginazione. Questa è l'immagine che deve essere trasmessa al mondo"
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