Sul delitto di Pamela Mastropietro emergono dettagli "inquietanti" e ancora inspiegabili, come la mancanza di alcune parti del cadavere, quasi a suggerire una specie di rituale. Manca il anche il Cuore, mai ritrovato.
C'è un quarto nigeriano indagato per l'omicidio di Pamela Mastropietro, ma la terribile vicenda della 18enne fatta a pezzi a Macerata ha ancora molti, troppi lati oscuri. Lo ammette il procuratore Giovanni Giorgio, lo sostiene anche lo zio di Pamela e legale della famiglia, Marco Valerio Verni.
L'eroina e la siringa comprate dalla ragazza ("Pamela non si bucava, odiava gli aghi", ha sottolineato lo zio), il movente dell'esecuzione da parte dei nigeriani (aggressione sessuale respinta?), la dinamica agghiacciante dello "smembramento" del corpo, diviso poi in due trolley, operazione scellerata ma solo in apparenza semplice.
Gli aguzzini di Pamela hanno agito con tale perizia e precisione da far pensare alla presenza di un vero e proprio "macellaio" nel gruppo. E soprattutto, ci sono dettagli "inquietanti" e ancora inspiegabili, come la mancanza di alcune parti del cadavere, quasi a suggerire una specie di rituale.
Manca il Cuore, mai ritrovato. Forse occultato, forse è stato venduto sul mercato della "magia nera" che lo valuta, se buono, 100mila euro, oppure mangiato da coloro che l'hanno uccisa.
Per le credenze animiste della Nigeria del Sud, in particolare tra le sette Skull di etnia yoruba, mangiare il Cuore del nemico significa acquisire il suo coraggio e la sua vitalità. Ma, in questo caso, perché una ragazza con le sue fragilità come Pamela avrebbe dovuto essere considerata un "nemico" ??
Mangiare il Cuore del nemico. È uno dei rituali degli antichi più praticati all'interno del woodoo. Sia per impadronirsi della vitalità della vittima sia come sinonimo di sconfitta e sopraffazione dell'altro. Qualora il cuore fosse assente dal reperto di Pamela nel 90% dei casi non è stato buttato (o venduto) bensì è stato "mangiato", come accade in questi riti.
Chi studia antropologia lo sa da sempre. Questi temi ormai sono solo relegati agli studi accademici e non sono mai stati evidenziati da inchieste di Polizia. Sarebbe comunque il primo caso che viene alla luce in Italia.
Lo spaccio di stupefacenti solo un pretesto, un reato minore per coprire uno più efferato. I quattro nigeriani indagati, di cui tre incensurati, con ogni probabilità appartengono alla mafia nigeriana, presente nel maceratese e in tutta la costiera adriatica, dalla riviera romagnola e giù fino all'Abruzzo passando dalle Marche. In quella zona, come in altre zone in Italia, la mafia nigeriana controlla migliaia di ragazze provenienti dalla Nigeria, spesso minorenni, costrette a prostituirsi. (Leggi "On the Road, il documentario del Gardian che racconta la tratta delle nigeriane sulla Via dell'Amore" - clicca qui -)
"Prostituzione spesso minorile, controllo dello spaccio al minuto di droghe pesanti, truffe online e taglieggio delle 'elemosine'", queste le principali attività illegali che la mafia nigeriana controlla in Italia. E le Mafie italiane tradizionali stanno lasciando a quella nigeriana il controllo del territorio. Prima l'hanno vista come manovalanza ma poi sono state sopraffatte. A Castel Volturno c'è già stato uno scontro con la Camorra e a vincere è stata la Mafia nigeriana.
L'Italia ormai è terra di conquista senza alcuna resistenza per la Mafia nigeriana che gode di una status particolare. Il reato dello spaccio praticamente non è punito e con il controllo capillare della prostituzione godono di piena impunità.
Mi chiedo quanti traduttori delle lingue dialettali nigeriane ci siano tra le forze di polizia e di intelligence
Basta andare in qualsiasi sezione di tribunale dove si fanno processi per direttissima e in una mattina si vedono almeno una ventina di spacciatori nigeriani che quasi sempre ottengono l'immediata scarcerazione. E questo poi se lo comunicano con lo smartphone. Per loro operare in Italia è come affondare il coltello nel burro.
Sul cannibalismo di certe sette animiste in Africa occidentale basta ricordare che durante la guerra dei "diamanti insanguinati" degli anni '90 in Liberia e Sierra Leone i bambini soldato per acquisire coraggio venivano costretti a mangiare il cuore della prima donna uccisa.
Sui fatti di Macerata nessuno mi può accusare di essere di parte solo perché sono nigeriana
Io stessa fui vittima della mafia nigeriana e da anni denuncio i suoi orrori e la sua espansione capillare in Italia. Nessun però può strumentalizzare l'orribile delitto di Pamela per fini politici e per bassi scopi elettorali.
Io stessa fui vittima della mafia nigeriana e da anni denuncio i suoi orrori e la sua espansione capillare in Italia. Nessun però può strumentalizzare l'orribile delitto di Pamela per fini politici e per bassi scopi elettorali.
Quello che grave è l'inerzia della burocrazia italiana e di certe associazioni di volontariato "buoniste". Oltre ventimila ragazze sono state portate in Italia dalla mafia nigeriana tra il 2015 e il 2017. Riportare subito in Nigeria quelle che sbarcano è una soluzione, una soluzione drastica, ma è una soluzione. Il trattato sui "rimpatri" tra Nigeria e Italia è stato firmato nel gennaio 2016 ma non viene attuato. Sono ancora troppe le resistenze delle associazioni di volontariato che si mettono di traverso con la scusa che è una questione umanitaria.
Noi diciamo NO a tutto questo buonismo, è necessario applicare alla lettera l'accordo Italia-Nigeria del 2016. Togliere subito alla mafia nigeriana la "materia prima" con cui fa business, almeno nel campo dello sfruttamento della prostituzione.
È sempre meglio una ragazza nigeriana rimpatriata che quella stessa ragazza costretta a prostituirsi in Italia
E intanto il questore di Macerata Vincenzo Vuono viene rimosso dal suo incarico, subito sostituito dal dirigente di polizia Antonio Pignataro.
Vincenzo Vuono |
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