L'allarme lanciato dalle Nazioni unite. Trovati 10 cadaveri. Ci sono tre sopravvissuti. L'Oim: "In aumento i profughi dal Pakistan". L'Unione Europea: "Ogni vita persa in mare è una vita di troppo persa"
Un barcone con 90 persone a bordo si è ribaltato al largo della Libia. Il timore è che i migranti a bordo, principalmente di origini pakistane, possano essere morti. Il naufragio all'inizio di un anno che ha già visto 246 morti, quasi tutte sulla rotta che porta all'Italia.
Secondo Olivia Headon, portavoce dell'Oim, l'Organizzazione internazionale sui migranti, "Dieci corpi sono stati trovati sulle coste libiche". Tra questi ci sono 8 pakistani e due libici. Ci sono tre sopravvissuti. "Dobbiamo ancora verificare l'esatto numero di persone che hanno perso la vita durante la tragedia". Per l'Oim "i pakistani sono una percentuale sempre maggiore dei migranti che provano ad attraversare il Mediterraneo dalla Libia per arrivare in Italia e dunque in Europa"
Nel 2017 i pakistani giunti in Italia sono stati 3.138. Solo dall'inizio dell'anno a oggi sono arrivati 240 pakistani. "Secondo dati dell'Oim in tutto il 2017 sono stati tratti in salvo o intercettati 29 cittadini libici. Ma noi stimiamo che la cifra reale sia molto più alta"
L'Oim precisa che sulla rotta mediterranea centrale, quella che dalla Libia porta all'Italia, le morti sono state 218. Le restanti 28 sono sulla rotta per la Spagna. La cifra di 246 migranti deceduti rende il gennaio 2018 "il secondo più mortale nel Mediterraneo dal giugno 2017". A dicembre erano state registrate 23 morti.
Le operazioni di ricerca sono scattate nelle scorse ore. Ancora secondo Headon due sopravvissuti sono stati trovati sulla costa, mentre il terzo "è stato soccorso da un pescatore". Secondo i sopravvissuti le persone disperse sono una novantina. Per la portavoce della commissione europea Catherina Ray "ogni vita persa in mare è una vita di troppo persa. Abbiamo visto i diversi rapporti e il comunicato dell'Organizzazione Internazionale delle migrazioni"
"Ogni vita persa in mare è una vita di troppo persa. È per questa ragione che continuiamo le nostre azioni lungo tutta la rotta del Mediterraneo centrale per fare delle operazioni di salvataggio e ricerca in mare e lottare contro i trafficanti e le reti che mettono questa gente in pericolo. Continueremo le nostre azioni laddove le nostre imbarcazioni possono operare"
Di pochi giorni fa il salvataggio di 86 migranti, tra cui nove bambini, che erano a bordo di un gommone 16 miglia a nord della zona di Abu Kammash, al confine con la Tunisia.
(La Repubblica)
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