Con il progetto "Oltre la Strada" la Regione assiste le ragazze che sono vittime di tratta e prostituzione coatta.
Per la tutela e la promozione agli uomini e alle donne vittime di vessazioni, la Regione metterà in campo in tutto quasi 1,8 milioni di contributi. Tra le novità inserite nel bando e accolte nel progetto regionale il potenziamento delle strutture ad indirizzo segreto (case protette) e di quelle destinate all'accoglienza residenziale. In Emilia-Romagna, quindi, agli oltre 250 posti già presenti (dislocati nelle 80 strutture esistenti, diversificate per destinatari e tipologia di accoglienza) se ne aggiungeranno altri 24.
I numeri
Sono 965 le persone assistite grazie al progetto che è attivo dal 2013. Si tratta soprattutto di donne (792, pari all’82% degli assistiti); la forma di sfruttamento più diffusa è quella sessuale (75,6%). Seguono per numero, anche se in percentuali inferiori, le vittime di tratta a scopo di sfruttamento lavorativo (14,7%), che avviene soprattutto in agricoltura, edilizia, nel settore dell’artigianato e della ristorazione.
Il progetto ha sviluppato forme di collaborazione con Prefetture e la Commissione territoriale di Bologna per aiutare le ragazze immigrate e avviate alla prostituzione
Si tratta principalmente di donne provenienti dalla Nigeria (il 51,6% delle prese in carico dal progetto “Oltre la strada”). Tra i migranti che transitano in Emilia-Romagna, oltre alle donne nigeriane ad essere facile preda della criminalità organizzata sono anche gli uomini, perlopiù provenienti dal Pakistan, Bangladesh e Nigeria. Sfruttati, nei primi due casi, soprattutto nei lavori agricoli, i nigeriani principalmente nell'accattonaggio e in altre attività illegali.
Gli enti gestori
sono accreditati alla seconda sezione del registro per l’immigrazione e svolgono presa in carico, gestione dei percorsi e raccolta dati.
In cosa consiste il progetto
Le azioni del progetto comprendono: interventi per l’emersione e l’accoglienza (diversificati in relazione al genere, tipo di sfruttamento, presenza di figli), tutela sanitaria e legale, sostegno psicologico, regolarizzazione, formazione e inserimento lavorativo.
I programmi spesso si concludono con la piena autonomia abitativa e lavorativa, oppure con il rientro assistito nel Paese di origine. Avvengono inoltre interventi di prevenzione sanitaria rivolti a persone che si prostituiscono attraverso le unità mobili di strada.
(In Terris)I programmi spesso si concludono con la piena autonomia abitativa e lavorativa, oppure con il rientro assistito nel Paese di origine. Avvengono inoltre interventi di prevenzione sanitaria rivolti a persone che si prostituiscono attraverso le unità mobili di strada.
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