venerdì 19 gennaio 2018

Sempre più forte la mafia nigeriana in Calabria

Si è estesa e ha acquisito potere grazie allo sfruttamento di prostituzione e al caporalato. Il nome evoca terrore solo a pronunciarlo: mafia nigeriana.


Una galassia criminale cresciuta anche in Italia e che fa capo alle organizzazioni malavitose nigeriane: “Black Axe” (ascia nera) e Eiye.

La “Gazzetta de Sud, in un’inchiesta, lancia l’allarme. Il fenomeno criminale è largamente in crescito nel mezzogiorno, in particolare in Calabria. Si è esteso grazie allo sfruttamento di quei filoni delinquenziali che le grandi cosche della ‘ndrangheta ritengono “minori”: la prostituzione e il caporalato.

Decine e decine di “lucciole nigeriane” hanno invaso la Piana di Gioia Tauro. Le sfortunate ragazze devono restituire fono a 50 mila euro a chi ha consentito loro di viaggiare fino in Italia e sono sottoposte all'asfissiante controllo delle “mamam” che hanno potere di vita e di morte su di loro (con l’influenza dei riti e delle maledizioni religiose animiste).

Anche l’arruolamento di braccianti da sfruttare indiscriminatamente nei campi vede i nigeriani in prima fila. Braccia a buon mercato che vengono reclutati anche tra i richiedenti asili ospitati nei CARA, quello di Isola Capo Rizzuto soprattutto.

Diverso il discorso sul traffico di droga. Gli stupefacenti acquistati sul mercato sudamericano arrivano non solo in Nigeria, ma anche nei paesi, come l’Italia, dove la malavita nigeriana, feroce e spietata, si è radicata. Tocca però scendere a patti con la criminalità locale per evitare scontri che potrebbero finire come a Castelvolturno nel 2008.

L’ultima operazione contro la “mafia nigeriana” risale al 17 dicembre scorso. I sei arresti operati dalle forze dell’ordine disposti dal procuratore della Repubblica di Catanzaro Nicola Gratteri, dal procuratore aggiunto Giovanni Bombardieri e dal procuratore antimafia Elio Romano la dicono lunga su come la magistratura guardi con preoccupazione a un fenomeno in crescita e difficile da contrastare.
(Il Giornale)


I rituali di affiliazione e la simbologia della "mafia nigeriana" richiamano un po' quelli delle mafie italiane, ma la loro ferocia le supera di gran lunga. Nelle due famiglie, i Black Axe e gli Eiye, si entra per cooptazione (bisogna essere presentati da altri affiliati), e l'iniziazione degli adepti avviene solo dopo che si è dimostrata una adeguata ferocia e uno smisurato coraggio.

La mafia nigeriana in Calabria gestisce le ragazze che vengono costrette a prostituirsi nella Piana di Sibari, in quella di Gioia Tauro, e lungo le vie costiere di collegamento che da Lamezia Terme portano fino ad Amantea.



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