Nigeria .. Le 82 ragazze liberate hanno incontrato il presidente Buhari. Andranno a Londra per sottoporsi ad un ciclo di cure mediche approfondite dove riceveranno anche un adeguato supporto psicologico. Le 82 ex studentesse rilasciate sabato 6 maggio dal movimento jihadista nigeriano Boko Haram hanno incontrato ieri il presidente Muhammadu Buhari nella capitale Abuja, dopo essere state sottoposte ad un check-up in un centro medico. Le ragazze sono state consegnate alle autorità nigeriane al termine di una lunga trattativa, in cambio di un numero imprecisato di sospetti miliziani di Boko Haram, nelle mani delle forze di sicurezza. Le 82 ragazze - liberate dopo tre anni trascorsi nelle mani dei sequestratori - sono parte di un gruppo di 276 studentesse cristiane rapite nell’aprile 2014 nella scuola secondaria di Chibok, nel nord-est del paese. Un altro gruppo di 21 ex-studentesse fu rilascito lo scorso ottobre. Nelle mani del movimento jihadista dovrebbero esserci ancora circa 170 ragazze. Ma risulta molto difficile verificare quante delle donne ancora nelle mani di Boko Haram, alcune delle quali divenute a loro volta combattenti e kamikaze, facciano parte del gruppo di Chibok. L’incontro con le ragazze di Chibok liberate è stato l’ultimo atto pubblico del presidente Buhari, che ieri ha lasciato il paese diretto a Londra, per sottoportsi ad un nuovo ciclo di cure mediche. Prima di partire Buhari ha formalmente affidato la leadership al vice-presidente Yemi Osibanjo. Nonostante le rassicurazioni, la preoccupazione per lo stato di salute del 74enne presidente aumenta. Buhari è tornato dal Regno Unito a marzo, dopo essersi sottoposto ad un primo ciclo di sei settimane di cure mediche. I timori sono cresciuti dopo che, mercoledì scorso, il capo dello Stato era stato assente per la terza volta consecutiva alla riunione settimanale del governo. (BBC) |
Somalia .. Ucciso leader di Al-Shabaab. Morto anche un marine americano. Un leader del movimento qaedista somalo al-Shabaab, Moalim Osman Abdi Badil, e tre combattenti sono stati uccisi il 5 maggio scorso in un raid contro una postazione jihadista nel villaggio di Barire, nella regione meridionale di Lower Shabelle. La notizia è stata data dal ministero dell’informazione somalo che ha parlato di un’operazione che “segna un punto di svolta nella lotta per la sicurezza”. L’attacco “è stato compiuto dall’esercito somalo con il sostegno” delle forze speciali statunitensi, ha specificato venerdì il portavoce del Pentagono, Jeff Davis. Nell’operazione di terra è rimasto ucciso un marine statunitense, Kyle Milliken, il primo caduto americano in battaglia in Somalia, dopo la rovinosa sconfitta "Black Hawk Down" del 1993. Due soldati e un interprete sono stati feriti. Di recente il presidente statunitense Donald Trump aveva rinforzato la presenza militare Usa in Somalia. (VoA) |
Nigeria .. Abitanti di una villaggio del Delta del Niger citano in giudizio L'ENI a Milano. Il colosso dell’energia Eni, è chiamato a rispondere, in Italia, di accuse di inquinamento ambientale per le sue decennali attività petrolifere in Nigeria. A denunciare Eni al tribunale civile di Milano sono gli abitanti di un villaggio di Ikebiri, nello Stato di Bayelsa, nel Delta del Niger, che chiedono un risarcimento per i danni causati da sversamenti di greggio dai gasdotti, nel 2010. La causa parte da un guasto tecnico che, il 5 aprile di quell’anno, provocò un’esplosione la quale causò, lungo un ramo del fiume, “un disastro ambientale che ha inquinato acqua e terra”, ha detto ieri, nel corso di una conferenza stampa, Luca Saltalamacchia, avvocato italiano della comunità di Ikebiri, sostenuta dall'associazione “Friends of the Earth NigeriaNigeria”. Le popolazioni che vivono sui terreni inquinati chiedono 2 milioni di euro di danni e l’impegno a bonificare l'area, che copre più di 17 ettari, ha aggiunto il legale. Sempre secondo quanto afferma Saltalamacchia, la Nigerian Agip Oil Company (Naoc, società che opera per Eni su quel territorio fin dal 1962) sosterrebbe di aver già svolto operazioni di pulizia nella zona. È la prima volta che una comunità nigeriana si appella alla giustizia nel paese in cui ha sede la multinazionale. A Milano, Eni è coinvolta in un importante processo per corruzione, assieme a Royal Duch Shell, suo partner nell’affare della concessione della licenza di prospezione petrolifera Malabu Opl 245 (uno dei blocchi più ricchi dell’intero continente), da parte del governo nigeriano nel 2011. (Reuters) |
Etiopia .. L'ONU torna a chiede indagini sulla morte di 669 manifestanti durante le recenti proteste. L'Alto commissario Onu per i diritti umani, Zeid Ra'ad al-Hussein, è tornato a chiedere al governo etiope di consentire ad investigatori indipendenti di indagare sulle morti durante il lungo periodo di proteste anti-governative da parte delle popolazioni Oromo e Amhara. La richiesta è stata fatta ieri nel corso di una conferenza stampa ad Addis Abeba al termine della sua visita ufficiale di tre giorni nella nazione del Corno d'Africa. Ho verificato, ha aggiunto al-Hussein, la presenza di “legislazioni e politiche che sembrano gravemente restringere il diritto alla libertà di espressione, informazione, associazione e riunione pacifica, nonché l’assenza di un monitoraggio indipendente dei diritti umani", ha aggiunto. Al-Hussein ha anche incontrato il capo della Commissione etiope per i diritti umani (Ehrc), il quale ha recentemente presentato una relazione sulle morti durante le proteste, fissando il numero totale a 669. Secondo quanto diffuso da alcuni portali etiopi di notizie, all’Alto funzionario Onu è stato concesso di incontrare, nel carcere in cui è detenuto dal 23 dicembre 2015, un prominente prigioniero politico, il segretario generale dell' Oromo federalist congress (Ofc) Bekele Gerba. (Africa News) |
Sud Sudan .. Insicurezza e Carestia. Più di 1.100 morti per fame e colera. Nella notte di mercoledì la base temporanea della missione di pace – Unmiss – a Leer è stata attaccata. L’ha dichiarato David Shearer, capo della missione dell’Onu in Sud Sudan. Ha aggiunto che l’attacco è venuto dalla parte dove sono di stanza e soldati governativi, ma ha chiarito che sull’incidente è stata comunque aperta un’indagine. Solo la rapida reazione delle truppe del Ghana, stanziate a protezione dei civili, molti dei quali in un campo adiacente alla base stessa, ha impedito che l’incidente avesse conseguenze tragiche. Leer è una delle due contee in cui, già in febbraio, è stato dichiarato lo stato di catastrofe alimentare. Altre tragiche notizie arrivano da Pangak, base principale dell’Splm-Io, l’opposizione armata guidata da Riek Machar. Secondo un’intervista rilasciata a Radio Tamazuj dal vice governatore Peter Pouk Koang, dal mese di febbraio ad oggi ci sarebbero stati 1.120 morti per colera e diverse centinaia di morti per fame. Nella zona ci sarebbero anche migliaia di nuovi sfollati a causa delle continue operazioni militari. Peter Pouk Koang si appella alle organizzazioni umanitarie che hanno dovuto abbandonare l’area per la grave insicurezza, perché tornino urgentemente ad operare nella zona portando il necessario soccorso alla popolazione civile. Si è aggravata anche la situazione nello stato del Nilo superiore, dove ci sono scontri continui lungo la riva occidentale del Nilo. La missione di pace si appella alle due parti belligeranti perché venga rispettata la popolazione civile, che nella zona è di etnia shilluk. Le organizzazioni umanitarie hanno dovuto ritirarsi fin dalla fine di aprile. I loro compound sono stati razziati. La popolazione è assistita solo da alcuni operatori umanitari locali che hanno deciso volontariamente di restare. (Radio Tamazuj) |
Niger .. Migranti lasciati morire nel deserto. Sette migranti, cinque dei quali bambini tra i 6 e i 12 anni, sono stati trovati morti di sete nel deserto del Niger il 2 maggio scorso, lungo la pista che porta al confine di nord-ovest con l’Algeria, meta per coloro che cercano l’ingresso via mare in Europa. A riferire del rinvenimento all’agenzia Afp, una fonte della sicurezza nigerina, coperta da anonimato. Il gruppo, composto da un uomo, una donna e cinque bambini "è stato abbandonato dai trafficanti di uomini" in pieno deserto e sono "tutti sono morti di sete", ha detto la fonte. Secondo il sito d'informazione Air-info, che ha sede nel nord del Niger, i sette migranti erano parte di un gruppo più grande, diretto in Algeria. Lo stesso sito parla anche di altri quattro uomini abbandonati che sarebbero stati trovati vivi, ma in uno stato di "completa disidratazione". Rinvenimenti di persone lasciate morire non sono rari nel deserto nigerino. Lo scorso giugno sono stati trovati i corpi di 34 migranti, mentre alla fine del 2013 un gruppo di 92 cittadini del Niger (tra cui molte donne e bambini), morì di sete dopo essere stato abbandonato dai trafficanti. Sotto la spinta dell’Unione Europea, nel 2015, il governo del Niger ha adottato una legislazione molto dura contro i commercianti di esseri umani che prevede pene fino a 30 anni di carcere. (News 24) |
martedì 9 maggio 2017
News dall'Africa in pillole (5-8 maggio 2017)
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