Tre erano sbarcati a Lampedusa il 16 aprile. Altri due sono stati fermati a Catania: uno è accusato anche di concorso in omicidio per la morte del 21enne della Sierra Leone che rifiutò di togliersi il cappellino quando era ancora sul barcone.
I tre "trafficanti di uomini" arrestati ad Agrigento sono nigeriani, e sono stati arrestati dalla polizia di Stato per associazione per delinquere finalizzata alla tratta ed al traffico di esseri umani, sequestro di persona a scopo di estorsione, violenza sessuale, omicidio. Erano sbarcati a Lampedusa lo scorso 16 aprile. Il provvedimento emesso dalla Dda della Procura di Palermo ed eseguito dalla squadra mobile di Agrigento contesta anche alcune aggravanti, tra cui la trans-nazionalità del reato, la disponibilità di armi, l’agire con crudeltà e sevizie per futili motivi.
Altri due arresti sono stati eseguiti a Catania. Si tratta di due presunti scafisti libici, arrivati il 6 maggio scorso con nave Phoenix, mescolati tra altri 394 migranti, fermati perché ritenuti appartenenti a un organizzazione di trafficanti di esseri umani. A uno dei due è contestato anche il concorso nell'assassinio di un 21enne migrante della Sierra Leone, ucciso con colpo di arma da fuoco perché si era rifiutato di togliersi il cappellino. Il cadavere era poi stato recuperato da nave Phoenix.
I due, accusati di appartenere a un’organizzazione criminale libica, sono stati fermati per associazione per delinquere finalizzata al favoreggiamento dell’immigrazione clandestina.
Uno di loro è indagato anche per concorso in omicidio, ma non è esecutore materiale del delitto. Il fermo, disposto dalla Procura distrettuale, fa seguito a indagini del pool di investigatori della Squadra Mobile di Catania e del Nucleo di Polizia tributaria della Guardia di finanza, con la collaborazione della Sezione operativa navale, sull'arrivo lo scorso 6 maggio della motonave Phoenix, dell’Ong Moas, con 394 migranti. A bordo c’era anche il corpo del 21enne della Sierra Leone ucciso con un colpo di arma da fuoco. Con lui viaggiava suo fratello maggiore. Secondo alcuni testimoni sarebbe stato ucciso perché si era rifiutato di togliersi il cappellino da baseball.
(La Stampa)
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