Uomini armati hanno fermato i bus con 50 pellegrini diretti a un monastero. Quando hanno rifiutato di convertirsi, li hanno uccisi. Molti erano bambini. Il dolore del Papa.
Il luogo dell'agguato |
È di almeno 35 morti e 23 feriti il tragico bilancio, ancora provvisorio, dell'attacco a tre pullman di cristiani avvenuto stamani nell'ovest dell'Egitto. Le vittime sono pellegrini copti che erano diretti al monastero di Anba Samuel, sulla rotta desertica a ovest dell'Alto Egitto. Tra loro c'erano molte famiglie con bambini.
"Profondamente rattristato nell'apprendere dell'attacco barbaro nell'Egitto centrale e per la tragica perdita di vite e di feriti causati da questo atto di odio insensato. Papa Francesco esprime a sua solenne solidarietà a tutti i colpiti da questo violento oltraggio", così si legge nel telegramma inviato dal segretario di Stato, il cardinale Pietro Parolin, al presidente Abdel al-Sisi. Il Pontefice ha rivolto un pensiero particolare ai bimbi uccisi.
L'attacco avviene alla vigilia del primo giorno del Ramadan, il mese sacro di preghiera e digiuno per gli islamici.
Le forze speciali egiziane hanno bloccato tutti punti d'ingresso e di uscita da Minya per impedire al commando di fuggire. Il presidente egiziano, Abdul Fattah al-Sisi, ha rafforzato lo stato di emergenza e ha convocato una riunione con i responsabili della Sicurezza.
L'agguato di un commando
I tre bus, con a bordo una comitiva di cinquanta persone, si dirigevano al monastero di Anba Samuel (San Samuele), vicino alla città di Minya, nel cuore dell’Alto Egitto. Non sono riusciti, però, a raggiungere il luogo sacro, meta di pellegrinaggio storica della comunità copta. Un commando armato li ha intercettati e attaccati.
Stando alla ricostruzione fornita dal ministero dell'Interno, tre automezzi con uomini armati hanno raggiunto il pullman mitragliandolo di colpi. I fondamentalisti, prima di colpire, sarebbero saliti a bordo del pullman, avrebbero rubato soldi e oro e poi, avrebbero intimato ai copti di convertirsi all'islam.
Quando questi hanno rifiutato, li hanno massacrati mentre filmavano la strage. È una delle versioni circolata nelle ultime ore, tuttavia non possiamo confermarla al cento per cento. Il come, tuttavia, conta relativamente. Il dato sconcertante è che 35 cristiani sono stati massacrati dai terroristi mentre andavano a un pellegrinaggio». Il massacro è avvenuto nei pressi di Manya, circa 250 chilometri a sud della capitale Il Cairo. Ad agire sarebbero stati almeno 10 uomini.
La folla dei cristiani davanti all'ospedale di Maghagha in attesa di notizie |
Il dramma dei bambini
Sul sito di Watani, l’organo di stampa dei copti d’Egitto e della diaspora, è apparsa una foto che ritrae tre bambini visibilmente spaventati, con delle macchie di sangue sul corpo e sui vestiti. L’anba Agathon, vescovo copto di Maghagha, la diocesi in cui si trova il monastero di Anba Samuel, li abbraccia lanciando questo appello. “Si tratta di tre ragazzi scampati all’attentato, di cui non è stato possibile rintracciare i genitori”. In attesa di contatti da parte dei loro parenti, Bishoy Wasif, Fadi Azar e Amir Adel, della parrocchia N. S. di Bani Mazar, rimarranno nella sede vescovile.
Il perché di questi attacchi
L'attentato di oggi colpisce la comunità cristiana copta nell'esercizio della fede, esattamente come è accaduto prima di Natale e prima di Pasqua. Allora si sono attaccate le chiese nel corso delle celebrazioni della Santa Messa, oggi si attaccano dei fedeli impegnati in un pellegrinaggio.
I Cristiani in Egitto sono bersaglio dell'estremismo islamico non solo tuttavia per una ragione di odio per una Fede diversa da quella dei terroristi, ma anche perché accusati di aver contribuito in modo decisivo alla destituzione nel 2012 del presidente Morsi, leader dei Fratelli Musulmani. "I terroristi stanno scappando da Mosul, e trovando per ora rifugio e solidarietà tra jihadisti egiziani, nel nord del Sinai e in alcune zone della Siria stessa"
Chi sono i cristiani copti d'Egitto
I cristiani copti sono circa otto milioni, il 10 per cento della popolazione dell'Egitto, la più grande comunità cristiana del Medio Oriente, la più importante minoranza del Paese dalle antichissime origini. I copti sono presenti in tutto il Paese e in tutte le categorie sociali, anche se loro si considerano fuori da alcuni settori come la giustizia, l'università o le forze dell'ordine.
I primi monaci copti vissero in Egitto nel IV secolo e la loro è stata una delle chiese a soffrire di più dall'avanzata islamica nel Nord Africa. Dopo il concilio Vaticano II, Chiesa cattolica e Chiesa copta hanno iniziato un cammino ecumenico di dialogo che ha portato nel 1973 al primo incontro, dopo quindici secoli, tra papa Paolo VI ed il patriarca dei copti, Shenuda III. Insieme decisero di iniziare un dialogo teologico, il cui frutto principale è stata la dichiarazione comune del 12 febbraio 1988. La maggior parte dei copti aderisce alla Chiesa ortodossa copta. Il resto del gruppo è spartito tra la Chiesa cattolica copta e varie confessioni cristiane protestanti.
(Avvenire)
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